Winter Solstice
Allerseelen and Derniére Volontè
Sabato 20 Dicembre 2003
Una serata a cinque stelle (comete) è quella che si preannuncia in occasione del Solstizio d'Inverno all'ombra della laguna veneta. Per chi rimane nel buio dei fatti e della propria cameretta, illuminata solo dal pallido e assetico monitor di un PC, sto parlando ovviamente del duplice incontro concertistico che vede protagonista il Jam Club di Mestre la sera del 20 dicembre dell'ormai defunto e sepolto 2003. Due ottimi gruppi per la prima volta in assoluto sui palchi della nostra Italietta sotto l'albero luccente di lampadine impazzite e stelle filanti, insomma un regaluccio assai gradito e da consegnare agli annali della storia “apocalittica”. Una nuova puntata a colori seppiati dell'Apocalyptic Fiction. In scena il Military Pop dei sempre più convincenti Derniére Volontè e le seducenti danze mediterranee di Herr Gerhard degli Allerseelen. Bene, quello che si chiama un appuntamento da non perdere, un pò per le presenze sul palco e una parte consistente va riservata anche alla splendida compagnia di questo freddo weekend in pieno nord-est. Tralasciando le ore spese fra treni e trenini, signore incazzose, genitori alla ricerca del figlio perduto e biechi signori in abiti talari e scurissimi occhiali da sole anche nell'oscurità della sera, arrivo carico carico (di aspettative e non) in quel di Mestre in compagnia di un noto e simpatico personaggio dell'Astigiano. Qualche minuto speso tra follie orientali e bootleg made in Russia, prima di aggregarmi a parte della compagnia già ben assiepata in pizzeria e con gli occhi ben centrati sulle pizze calde e fumanti. Gli incontri si fanno ben presto interessanti ed il freddo atmosferico si fa dimenticare a favore di un calore umano ben visibile. Abbiamo nell'ordine, fanzinari apocalittici fino al collo, il sonoro “Ciao!” di Gerhard, parte degli Hekate e facce note al bel mondo discografico (you know who you are ;-) …). Alla faccia dell'ambiente ostile e poco amichevole. Dopo svariate mangiate, bevute e ‘palpeggiamenti' vari ci si appresta a raggiungere un già pieno Jam Club e con sommo stupore noto che la falange gotica ha ampiamente disertato questa occasione di lusso. Gruppi che attizzano poco, presenza in consolle del Albin Dj o altro? Ai posteri l'ardua sentenza. L'importante è che tutto vada per il meglio ed intanto il carnet degli incontri si fa via via sempre più ricco ed interessante…
Intanto i due fascinosi Derniére Volontè in pose ieratiche e sotto la nebbia di una drammatica Ouverture da inizio alle danze. Questione di attimi ed i presenti sono subito colti dall'incedere austero e passionale dell'ormai classica “Vienna”. Una intro di forte impatto emotivo, melodie pulite all'ombra della Stephanplatz accompagnato com'è consuetudine da Marthynna, anima e corpo di metà Der Blutharsch. I fortunati che hanno assistito allo show di Augsburg prima della violenza sonora dei Genocide Organ, mi hanno riferito di uno spettacolo decisamente lungo ma comunque capace di catturare l'attenzione del pubblico. Tra l'altro cercare di non cadere in imbarazzanti cadute di tono affidandosi solo alla musica e ad una semplice quanto inesistente scenografia è impresa ardua per tutti. Eppure l'ora e mezza segnata dagli orologi si è dimostrata piena di emozioni e con scarsi momenti noiosi. Merito senz'altro di un concerto sentito, di un'esecuzione sensibile e di melodie che si impregnano saldamente in testa, tra malinconie di rovine europee e saggezza di fine secolo. Le timide imprecisioni del primo live in terra austriaca (o meglio in sottoterra viennese) lasciano spazio ad una perfomance ben più calibrata e sicura di sé, pregevole è il lavoro percussionistico, preciso ed efficace. Un'oretta e molto più all'insegna di marziale new wave, passando dall'ottimo “Les Blessures de l'Ombre” senza disdegnare il passato di “Le Feu Sacre” con tracce potenti e suggestive come “Ami” e “Nous Maintenons Notre Historie” e vere ciliegine come “Ma Promesse” e altre chicche presenti solo sugli ormai esauritissimi 7”. Lode ad una band che ha saputo donare come pochi fanno nuova linfa vitale ad un genere che ha bisogno di essere stimolato nel profondo delle sue radici. Intanto una manciata di minuti dopo il palco si riempe di ben due percussionisti e di un bassista, due di loro sono senz'altro gli Hekate, al servizio di Allerseelen. Manca Gerhard, dov'è l'omino giramondo? Eccolo che si presenta sorridente ed esclama un caloroso “Buonasera! Sono Allerseelen” e via al giro del mondo in 80 suoni. Contro tutte le aspettative il corposo concerto del fu Kadmon si è rilevato talmente coinvolgente che molti hanno mosso timidi passi danzerecci in linea con le ritmiche frenetiche ed esasperanti di Allerseelen. Naturalmente Gerhard and Co. hanno preferito pescare nel repertorio più recente, donando quindi allo show un aria profondamente mediterranea, ritmi caldi, passionali e set di percussioni di forte impatto scenico e non. Si spazia dal glaciale “Neuschwabenland” all'infuocato “Abenteuerliches Herz”, naturalmente non manca il fuoco lussurioso di “Flamme”, con una scalpitante “Sturmlied” ed una seducente “Sonne Golthi-Ade” ma grossi privilegi vengo riservati a Venezia ed all'album che porta il suo nome. Un vero atto d'amore per la laguna e i suoi misteri. E Mr. Allerseelen ci mette davvero tutto il cuore in una perfomance in cui credeva molto e che sperava in un ampio consenso da un pubblico che ama. Gli applausi finali e il largo sorriso di Gerhard dimostra che tutto è andato a buon fine. Successo meritato per il notevole lavoro strumentale e per le secche melodie di questo nostro simpatico amico di Vienna. Il palco si svuota, il pubblico si disperde e la sala si riempe di figli del Dj set, ma stavolta abbiamo in consolle un incredibile Albin nelle insolite vesti di Dj che ci regala una perfomance vinilica totalmente aliena e stravolta di qualsiasi aftershow concertistico, ed i presenti sembrano gradire notevolmente. Ma c'è tempo anche per due saluti con Geoffroy, complimenti vari a Gerhard ed immancabile appuntamento al doppio stand, al solito pieno pieno di roba succulenta ma in totale disaccordo con i nostri portafogli. Box legnosi made by Steinklang, nuovo parto vinilico dal quartiere generale WKN e altre cosette digitali, senza trascurare il regalo riservato only for this show al popolo del Jam, poster dell'Albin in curiosa posa ieratica!
Ed ora? Tempo di uscire, di indirizzare le nostre strade verso casa. I saluti sono tanti, troppi ed altrettanto sono le promesse di prossimi e memorabili incontri. Le occasioni non mancheranno, c'è la serata industrialosa a Pordenone, il ritorno degli Ostara in Emilia e per completare in bellezza, una due giorni in terra austriaca sotto il vessillo del ragazzo col tamburo. Alla prossima, cari amici soldati….