III CONGRESSO POST-INDUSTRIALE
Stefano Biasin Trio
Wertham
Bad Sector
El Funeral De Kocis
Macelleria Mobile di Mezzanotte
Atrax Morgue
Northgate
Saturday 20 March 2004 - Deposito Giordaniìs Pordenone
Tre mesi esatti dopo (e molti gradi atmosferici in più) la serata lagunare franco-austriaca, rieccoci nuovamente in viaggio per l'ennesimo appuntamento sotto il palco. Teatro della serata sempre il florido Nord-Est, precisamente il Deposito Giordani di Pordenone, quartier generale della storica label industrial Old Europa Cafè. Lasciamo pure stare il viaggio, la nostra amata/odiata Trenitalia con il tempo sembra perdere minuti preziosi a discapito di chi i chilometri di ferro se ne fa parecchi e molto spesso. Fortuna che all'arrivo della tetra città friuliana (o veneziana?) trovo il gradito passaggio di mr.Protti e della mia dj preferita Nuancenoire, piccoli gesti capaci di ricompattare il morale calato vertiginosamente durante queste estenuanti 12 ore di viaggio (???). Il Deposito ha tutta l'ombra e l'aspetto di… un deposito appunto. Ma al suo interno niente muletti di color giallo consumato e cellophane puzzolente, ma un palco, due bar, due cessi e tanta bella gente, oltre all'immancabile banchetto pieno pieno di roba.. Appena entrati, sistemati e palpeggiati con i vari presenti accorsi per la serata industrialosa, non un attimo di pace che sul palco salgono subito i redivivi Stefano Biasin Trio. Pessima mossa, la gente è appena entrata ed aveva bisogno di qualche minuto di adattamento ambientale, ammetto che anche il sottoscritto li ha seguiti in maniera molto distratta ma avevo davvero bisogno di rimettere in sesto le mie piccole ossa. Peccato, perché quel poco che ho sentito era interessante sia musicalmente che graficamente, grigie istantanee di urbana memoria scandite da sonorità sperimentali con l'apporto mistico/diabolico di uno strano figuro biondo con tromba schizzata al seguito. Sverginato il palco è l'ora di uno dei più attesi progetti (almeno per il sottoscritto) dell'intera serata “danzereccia”, Wertham. Come già successo al Bloom di Mezzago, il nostro Depla è accompagnato da Trevor e da una buona dose di video ad alto tasso sconvolgente. Depla grida la sua presenza e finalmente con timidezza ed estrema cautela ci avviciniamo al palco. Catene, leather e Turbonegro per cominciare uno show all'insegna dell'assalto sonoro e di un'attitudine sincera e priva di qualsiasi pretesto buono solo per dare una tiepida scossa già vista e sentita. Wertham riesce nel suo intento di mostrare uno show il più sfaccettato possibile, attraverso l'utilizzo di loop malefici, samples rumoristici, catene, lamiere e tubi corrosi dalla ruggine, senza dimenticare una presenza scenica di impatto e fisicamente coinvolgente. Per l'occasione, in scena una nuova versione della vecchia songs “Born to Raise Hell” senza dimenticare la fitta e rovente sassaiola dell'immancabile “Retaliation”. Mission is terminated… almeno in Italia.
Tempo di complimenti e medicazioni e sul palco trova posto la perfomance multimediale di Bad Sector. Magrini è senz'altro un tipo che fa delle sue intricate ma efficaci composizioni una ricerca sonora molto dettagliata e ricca di particolari. Uno show composto da un unico corpo, l'uomo, i PC e i video sono tenuti magistralmente collegati tra loro, tanto che ognuno di questi elementi sono tra loro dipendenti. Morbide e aliene strutture sonore comandate dalle mani del Magrini che sul video assumono la forma di una mano color verde “spia” o di un feto costruito in 3D al computer. Come al Modulor anche stasera Magrini è talmente preso dalle sue macchine, il suo ossigeno e motore, che un attimo di distrazione può rilevarsi fatale alle sue rappresentazioni del cosmo Bad Sector. Un uomo, un alieno. Unica pecca, la sensazione di trovarlo fuori posto rispetto al resto della rassegna musicale/artistica (ricordo che era in atto anche un'interessante rassegna di Zaelia Bishop). Prossime vittime del palco i Funeral de Kocis ma… il palco è vuoto!? Dove è finito questo misterioso ensemble guidati dal mitico e bizzarrissimo Senor Tonto? Uno sguardo in alto ed eccoli beccati già belli e posizionati su una specie di stretta balconata adibita a palco. Synth, bidoni targati Agip Petroli (spero vuoti) e un paio di chitarre buone solo per la discarica. I presenti vengono subito investiti da una scarica di frenetici bpm ed anche dalla furia del già citato mr.Tonto che sembra essere incazzato con qualcuno di noi. O forse con tutti. Grida, urla, corre, si rotola per terra, si strappa la maglia di lana, spinge e qualche metro lassù i suoi compari non sono da meno in fatto di feroci perfomance weirdo-industrialose. 5 minuti di pericolosa follia. Pochi minuti e il palco (quello vero) si ripopola di altri inquietanti personaggi, un gangster appena uscito da San Vittore, un wrestler Ellroyano e un porco che canta, la Macelleria Mobile di Mezzanotte è servita. Fatto fuori il povero maialino con una killer song, il duo rimasto in piedi si lascia andare ad una perfomance altamente alcoolica e deviante. Forse troppo. Mr. Vincenti in perfetta tenuta Vegas pare appena liquidato da una partita finita male tra fiches, tavoli verdi e scale reali, minimali intrecci noir scanditi qua e là da poker-songs da lussuoso night club a luci rosse. Donne gonfiate dai soldi di impotenti consorti, rovinate dal alcool e da chissà cos'altro, rivivono sul palco del duo romano aiutato in questa occasione anche dall'apporto elettronico di ClauDEDI degli Ain Soph con noise-pad e frustino, testimoni di vite sull'orlo della disperazione e di una sana ironia da avanspettacolo. Non eccelsi ma sono in grado di offrire molto di più.
Finito lo show Vegas/Roma, è l'ora dei momenti only for friends con la famosa Grappa del Nail Records e l'altrettanto nota Gubana, che io interpreto come cubana pensando a chissà quali conturbanti imprevisti, ma trattasi di una comunque b(u)ona specialità friuliana e non dimentichiamo la grappa XXF e il commento del Santorone nazionale: “ il mio unico, pesante rammarico per il terzo 'congresso', in un'iniziativa praticamente perfetta, è quello di non aver portato una seconda bottiglia di grappa e un'altra Gubana, dolce tipico friulano...praticamente quando si è sparsa la voce la povera bottiglia è stata svuotata in pochi minuti. Sbagliate, non è un'apologia all'alcohol (bisogna infatti bere da professionisti, mica a caso...), ma dello stare bene fra amici e nuove persone conosciute durante questa bellissima serata" Parole sante!
Smaltite le decine di gradi alcolici, ci apprestiamo al penultimo performer, Atrax Morgue. Il video parte, i loop omicidi pure e Corbelli si vede tagliato la voce da un microfono che non ne vuole sapere di funzionare. Riproviamo dopo aver messo le mani tra cavi e cavetti (e pure il Devis ci mette le sue) ed ecco che la macchina di amore/morte riprende il suo cammino. La proposta live verte sulle sonorità più pesanti e massiccie del Death Show firmato dalla sigla Morder Machine, quindi minacciose e lente percussioni BDN oriented, voce al limite dell'umana sopportazione, un tocco multimediale assolutamente in linea con le nere storie di Mr. Rotula. L'asettico delle garze e il sangue sul volto tremolante della dolce e viziosa infermiera inframezzati da morbosi porno di vecchia data, scarne ma spietate rasoiate dal retrogusto malsano, il cocktail Atrax Morgue colpisce nonostante la mia opinione non proprio esaltante dei suoi ultimi dischi… Una delle proposte migliori della serata insieme all'ultimo ospite Northgate. Un po' (mica tanto) di nebbia per fare atmosfera, un sound in un certo senso apocalittico ed ecco dal nulla comparire i tre figuri in curiosa tenuta da alpino e come intro un coro alpino, of course. Rispetto alla decomposizione sonora mostrata ad Arceto una manciata di mesi fa, il live stavolta si rivela più completo, vedi l'apporto alle percussioni del solito mr. Wertham, e non mancano anche qui le solite imprecisioni del “professionista” del mixer… va beh, chiamamoli incidenti di percorso… Gustiamoci queste ultime orchestrazioni di fine secolo, tra chitarre acide e muri rumoristici, sonorità ostiche ma dotate di un fascino indefinibile. Nel bel mezzo del concerto il Depla ritorna sorridendo sul palco con una strana foca imbalsamata con delle candeline ed una curiosa scritta che rimarrà sepolta nei misteri mai risolti di questo millennio… “You Will Pay”. A chi sarà mai dedicato? Il resto del live si dirada tra tonnellate di nebbia e elettronica decomposta dalle amare chitarre di Trevor e Dani, un concerto davvero interessante per chiudere un festival altrettanto interessante. Con questo il III CONGRESSO lascia spazio alla coppia dei Dj Nuancenoire/Santoro, un set molto vario che vede la partecipazione dei Genocide Organ e di Haus Arafna nella scaletta con tanto di pubblico danzante… un nuovo inizio?
E' tempo dei canonici ed indispensabili baci ed abbracci culminati con la promessa di rivederci tutti insieme al prossimo evento live, gli Ostara ci stanno già aspettando a Scandiano… Il resto della mattinata è speso in stazione negli ultimi scampoli della fredda e umida serata pordenonese, tra sogni a 3.000 puntate ed un esclusivo quanto esilarante fumetto very very undeground…
P.S. Saluto tutti gli amici presenti ;-)