Il Danubio Scorre a Venezia...
Jam, Mestre - Sabato 15 Maggio 2004
In volo… - Le mie scoribbande concertistiche sono sempre precedute da vere e proprie odissee apocalittiche su strade ferrate. 10 ore, 12 ore e molte di più. Quindi anche stavolta mi aspetta la solita dozzina di buone orette da spendere nei ‘comodi' posti delle FS, destinazione Mestre per il festival denominato “Una notte di danze dalla monarchia del Danubio” con 4 gruppi estremamente interessanti come Sturmpercht, Cawatana, Scivias e Allerseelen. Ma stavolta i miei quasi 1000 Km non sono di ferro ma d'aria. E a 10000 Km di altezza. Un veicolo con le ali ed in poco più di un'ora giungo nella bellissima città del leone alato, più riposato, più sereno e con un portafogli più sostanzioso di materia cartacea. Miracoli delle compagnie Low Cost!
Ammirando San Marco dall'alto… - Toccato terra, mi accingo a raggiungere il Jam in compagnia della sempre preziosa Nuancenoire e trovo ad attendermi con la solita macchina digitale l'onnipresente Max Rot di Occidental Congress e consorte, Luca l'uomo delle meraviglie grafiche della OKLIM Studios e Mauro Amplexus in sciccosa t-shirt rossa CCCP. In seguito ci raggiungerà l'immancabile mr. RAUNEND ed intanto la serata passa veloce tra sound-checks, chiacchere spaghetti-english oltre alla tappa obbligata al banchetto Amplexus-Steinklang, inutile dire che il box ‘legnoso' degli Sturmpercht rappresenta un acquisto essenziale. Intanto giunge il tempo per una cenetta intima per pochi, un tavolo very reserved per noi ed una tavolata più numerosa per gli ospiti autro/ungarici in un oscuro pub venexiano…
In alto i boccali! - Ore estremamente piacevoli prima dell'inizio del festival che purtroppo comincia con notevole ritardo penalizzando in seguito i progetti che suoneranno dopo gli opener della serata, gli Sturmpercht. Mr. Precht e la sua band danno inizio alle danze danubiane quando molti sono ancora davanti alla biglietteria ad esibire nervosamente euri e tessere Arci. In perfetta tenuta tradizionale i 4 componenti del neonato gruppo austriaco eseguono un show per certi versi allegro, folklorstico e pregno di magiche atmosfere care alla tradizione popolare di Salisburgo, città della Steinklang Records. Folk dalle forti venature alpine, impreziosito da fisarmoniche, chitarre e percussioni, canzoni ubriache ma non volgari e dannatamente coinvolgenti. Concerto ricco di sfumature che attinge naturalmente dal recentissimo LP racchiuso in una deliziosa confezione in legno, folk songs bagnate da birra e da un sano quanto salutare clima montanaro. Riconosco l'energica e dinamica “Der Tanz Des Tatzel” contenuta nel primo 7” ormai esaurito e la tenebrosa versione del poema di Hielscher “Wir Rufen Deine Wolfe”. Un plauso ai simpaticissimi componenti capitanati da Max Percht in ottima forma fisica e… sociale!
Ungheria intimista - “God gave it, You take it” è la traccia che apre il live dei Cawatana, giovane band ungherese con all'attivo un debut CD piuttosto interessante su Eis und Licht. Decisamente potenti e precisi durante il lavoro percussionistico, mostrano comunque una discreta abilità nel tessere timide e pulite songs, canzoni neo-folk molto emotive e dense di un aspetto interiore che dona al concerto un'atmosfera tristemente drammatica. Ambiente rilassato scandito qua e là dal lavoro marziale dei due impassibili membri. Il cuore del concerto è tutto dedicato all'esecuzione di brani delicati e sognanti (Oh, Kill) e da morbide tastiere e chitarre (Something) e c'è anche spazio ad un duplice duetto con Gerhard Petak nella loro versione di “Wir Rufen Deine Wolfe” e nella potente traccia che chiude il live dei 5 ragazzi ungheresi. Malinconica è l'esecuzione della seconda traccia contenuta nel ricco box HERMON pubblicato recentemente dai loro connazionali della Mozgalom. Chiude il già citato duetto con Mr. Allerseelen con una potente "...és végül minden vörös". Bravi ma devono ancora crescere in potenza, in ogni caso hanno un futuro luminoso che lascia ben sperare…
Dramma in nero - Con l'entrata in scena degli attesissimi Scivias l'atmosfera del Jam si fa più tesa ed inquieta e tale condizione ambientale è data soprattutto dalla visione dei 3 misteriosi componenti della formazione ungherese, autrice di un solo CD su Eis und Licht “...And You Will Fear Death Not” che definire di culto è davvero poco. Pochissime se non inesistenti luci trasformano il palco in un nero altare pagano, le loro pesanti e scure vesti monacali ornati da ricami bianco e rossi contribuiscono a rendere ancor più drammatico l'intero live set. E su queste stesse coordinate che la musica proposta verte su pesanti, profonde soluzioni industrial dalle marcate impronte esoteriche. Un dramma nero, inquietante, sostenuto dal nervoso e pesantissimo drumming del percussionista Zsolt Köszegi che data l'energia della sua perfomance non smetterà mai di buttare gocce di sudore sulle pelli. Il grosso dell'esecuzione sonora è tutta affidata alle tastiere di László Kollar, elemento fondamentale è anche il potente basso di Alex Rady, specie nel finale raggiunge roboanti attimi di telluriche emozioni, senza trascurare l'unico momento ‘cantato', una traccia velata da spettri inquieti e dalle voci campionate di Alex e di Zsolt da filtri elettronici e strani corni rituali. Quasi mezz'ora per Scivias, una durata strappata dal tempo che si fa via via più breve, limite d'orario che purtroppo pone la parola ‘fine' ad un concerto che avrebbe dovuto conoscere un altro finale. In ogni caso i presenti hanno assistito ad un perfetto set drammatico e terribilmente indimenticabile. Fautori di sonorità esoteriche ormai perdute?
Gerhard e Venezia - La chiusura prematura di Scivias fa presagire che il tempo rimasto a disposizione per la serata concertistica è davvero poco, ed infatti Allerseelen ha suonato una striminzita mezz'ora con notevole dissapunto di Gerhard (almeno il sottoscritto lo ha notato piuttosto deluso). Il ritorno di Herr Petak nel medesimo palco che lo ha ospitato quasi 5 mesi fa è all'insegna di uno show più potente e meno spanish, aspetto donato soprattutto dall'esecuzione precisa e secca dei due Cawatana alle percussioni. Con al basso Jorg B., il mio giramondo preferito si lancia in danze sfrenate sotto la musica di “Feuersalamander”, giri vorticosi di ritmi e melodie che si ripetono nella calda “Krieger Au Stein”. Siamo a Venezia ed ecco l'immancabile tributo con la marittima “Venedig” e anche in questa occasione conclusione forzata con una “Lowin” tratta dall'ultimo doppio LP “Flamme”. Peccato! Una decina di minuti in più avrebbero concluso degnamente il concerto di Allerseelen e del intero festival danubiano…
L'alba della nera primavera - E con questa breve apparizione di Gerhard nella ‘sua' Venezia si chiude ufficialmente l'ottimo festival organizzato da Amplexus ma non la serata che continua in eccellente ed esilarante compagnia… Le ore scorrono veloci ed inutile è il tentativo di frenarle per allungare i ricordi, pertanto la serata arriva rapidamente (e piacevolmente) alla fine, come ben testimoniano le prime luci di una fredda quanto triste alba primaverile. Ringraziamento d'obbligo a tutta la truppa del Nord-Est (Occidental Congress staff, RAUNEND, Nail Records, OEC e Amplexus of course!) ed in primis a Monica/Nuancenoire che deve sempre sopportare le mie richieste… ;-)
Alla prossima!
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